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Roma, la Rigenerazione e Riqualificazione Urbana passano dalla partecipazione attiva dei cittadini.

di Massimiliano Baldini

Nel 2030 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città.

Quindi se si vuole realmente andare verso il cambiamento, come indicato anche “dall’Agenda 2030” dell’ONU, si deve partire dalle grandi città, perché è qui che si creeranno questioni ambientali, perché è qui che si creeranno diseguaglianze e ci sarà il rischio di conflitti, perché è nei grandi centri urbani che ci si dovrà porre il tema dell’energia pulita e sostenibile, della parità di genere e dell’accesso ad una sanità e ad una istruzione di qualità, ad un lavoro dignitoso, è qui che si dovrà pensare ad una mobilità sostenibile e ad una migliore assistenza alle persone, è qui che si costruirà il futuro dei nostri figli.

Roma ha intrapreso da tempo la strada del cambiamento. Un percorso non facile, ma ormai la strada è tracciata, l’obiettivo è quello di pensare che la Capitale possa giocare alla pari, e vincere, le sfide della modernità produttiva e della transizione ambientale nel segno della giustizia e della coesione sociale.

In questa direzione, nei due anni di governo della città sotto la guida del Sindaco Gualtieri, sono state messe in campo politiche che determineranno, nel medio –lungo periodo, un chiaro cambiamento di rotta, avendo sempre come guida i 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

Ed è nella direzione di rendere Roma una città e una comunità sostenibile, che è stato avviato un grande progetto di rigenerazione urbana caratterizzata da processi di trasformazione urbana dal basso, realizzati attraverso il coinvolgimento di politiche, pratiche e attori diversi: cittadini, imprese profit, organizzazioni non profit, amministrazioni locali e gruppi informali.

Tra questi un apporto fondamentale è costituito dai Laboratori di Quartiere, attivati da Roma Capitale in collaborazione con le Università Sapienza, Roma Tre e Luiss Guido Carli nei quartieri di Bastogi, Centocelle-Mistica, Corviale, Quarticciolo, Santa Maria della Pietà e Tor Bella Monaca.

I laboratori nascono con lo scopo di contribuire alla rigenerazione urbana del territorio cittadino attraverso un modello di governance condivisa tra strutture centrali, dipartimenti e Municipi, che ha come punto di partenza l’apporto delle comunità locali nelle fasi di co-pianificazione e co-progettazione. L’obiettivo è fare scelte non solo condivise e accettate ma sentite proprie e difese da chi abita i quartieri.

Non è possibile dare un’unica definizione del percorso di rigenerazione avviato dai Laboratori ma si può definire come un’azione di riqualificazione degli spazi, dando valore alla dimensione fisica dei luoghi periferici di Roma, che si inserisce all’interno di un percorso di sviluppo economico, civile e sociale in grado di rigenerare anche le relazioni sociali di una Comunità.

In questo senso l’elemento di laboratorialità e il coinvolgimento della comunità che emergono da queste esperienze, permettono non solo di trovare un nuovo senso ai luoghi ma anche di ripensare i meccanismi di partecipazione e governance delle reti locali presenti, proprio come indicato dall’Agenda 2030.