Caro Direttore,
nell’osservare e nel cercare di interpretare la situazione politica in Alto Adige all’indomani delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale, mi è tornata alla mente una lettura giovanile, Il cavallo e la torre, di Vittorio Foa, dato alle stampe nel 1991 da Einaudi. Il richiamo al libro, che oltre ad un prezioso saggio politico è anche la biografia politica dell’antifascista e costituente torinese, mi ha suggerito molta cautela nella iniziale valutazione sul percorso e le alleanze scelti dalla SVP e dal Presidente in pectore della prossima giunta provinciale. Tutto è sembrato muoversi (e sembra) secondo uno schema predefinito, un po’ come le mosse della torre sulla scacchiera. Mi ero persuaso che di fronte ad un risultato storico nel panorama politico sudtirolese, con la necessità per la SVP, a fronte di un ulteriore ridimensionamento elettorale, di allargare la tradizionale alleanza con gli eletti del gruppo linguistico italiano anche ad eletti del gruppo linguistico tedesco, il Presidente Kompatscher osasse la mossa del cavallo, dopo aver aperto la partita con prudenti e misurate mosse lineari. Poteva essere il modo per esplorare la strada dell’intesa con la destra italiana e tedesca, mostrando al contempo alla componente del gruppo dirigente SVP più sensibile alle sirene meloniane e salviniane che non vi sono le condizioni politiche e programmatiche minime per una collaborazione, imboccando una strada diversa. La forza per fare quella mossa c’era e potenzialmente ci sarebbe, considerato il fatto che anche gli alleati prescelti sono stati anch’essi fortemente ridimensionati dal voto e che l’orientamento degli eletti SVP è decisamente più rassicurante per il Presidente designato rispetto al mandato precedente. Finora è mancato il coraggio e la volontà per affrontare questo tornate della storia con una forza e una visione di prospettiva. Alla base dell’intesa ci sarebbero le promesse romane di ripristinare il perimetro delle competenze amministrative ridimensionate nel corso degli anni. Forse, a ben guardare, nelle intenzioni di una parte consistente del gruppo dirigente SVP, è proprio questa la mossa del cavallo, ma sembra una mossa destinata a sacrificare un pezzo prezioso della scacchiera per un obiettivo strategico tutto da verificare e che dalle avvisaglie sul dibattito parlamentare sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario sembra destinato ad un calvario più che ad un iter parlamentare lineare. L’avvicinarsi delle elezioni europee, con la crescente conflittualità tra i partiti di maggioranza è un ulteriore elemento che non depone a favore dell’orientamento che sta prevalendo. Sul balletto delle due poltrone per tre componenti, credo che più delle parole valga l’immagine che l’Alto Adige ha pubblicato in prima pagina alcuni giorni fa. E che dire del “documento programmatico”, cinque pagine di impegni generici, sottoscritto dai potenziali alleati, che dovrebbe essere la base del confronto in Consiglio giovedì? All’avvio del terzo mandato il Presidente Komatscher avrebbe potuto ribaltare facili pronostici e previsioni con una mossa, quella del cavallo appunto, inaspettata ma per questo ancora più efficace, per aprire una stagione di rinnovamento e coerente con il perimetro europeista, dove vive l’Autonomia dell’Alto Adige – Südtirol. I numeri con verdi, teamK, PD e la Civica ci sono, garantirebbero una maggioranza più solida e coesa, consentendo di varare una giunta snella ed operativa, a differenza dell’obbrobrio istituzionale che sta prendendo forma, con 11 componenti di giunta a fronte di una maggioranza a 18 o 19, con un numero di consiglieri che sostiene l’esecutivo inferiore ai componenti di giunta. Manzoni ci ricorda che “il coraggio se uno non ce l’ha, mica se lo può dare”, voglio sperare che le tante voci critiche che si sono levate di fronte a quanto sta accadendo e gli appelli ad esplorare strade alternative possano ancora consentire di cambiare strada, evitando di andare a sbattere.
Naturalmente chiedo venia agli scacchisti per gli indebiti accostamenti.
Carlo Bettio
Segretario Partito Democratico Alto Adige – Südtirol