di Gianpiero Cioffredi
“Roma città libera” è lo slogan dell’edizione 2024 della XXIX Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
E’ uno slogan che evoca il capolavoro del neorealismo “Roma città aperta”: un’opera d’arte che parla di resistenza e della lotta per la libertà. A ottant’anni dalla liberazione dell’occupazione nazi-fascista, oggi Roma deve nuovamente aprirsi e liberarsi. Liberarsi dalle mafie, dalla corruzione, dal narcotraffico, dai capitali illeciti, dall’indifferenza.
L’appuntamento, promosso da Libera si celebrerà proprio nella Capitale con un corteo aperto da 600 familiari di vittime che partirà alle 8,45 da piazza dell’Esquilino per arrivare al Circo Massimo dove alle 10.45 verranno scanditi i nomi di 1081 vittime innocenti di mafie. Semplici cittadini, magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali colpiti dalla violenza mafiosa.
La prima edizione si è svolta a Roma nel 1996, ma è solo nel 2017 che la giornata è stata riconosciuta ufficialmente dallo Stato, con la legge n. 20 dell’8 marzo.
L’idea di un elenco di tutte le vittime innocenti delle mafie da leggere nel giorno di primavera nasce con Libera che ha raccolto l’urlo di dolore di due mamme di poliziotti Saveria mamma di Roberto Antioca e Carmela mamma di Antonio Montinaro i cui nomi non venivano mai pronunciati nelle cerimonie ufficiali. Un nome, non dimentichiamolo mai, è lo scrigno della nostra unicità e diversità. Persone, rese vittime dalla violenza mafiosa, che rappresentano storie, scelte e impegno.Lo stesso impegno che viene portato avanti dalle centinaia di familiari che camminano con Libera e che ne costituiscono il nucleo più profondo ed essenziale, nella continua ricerca di verità e giustizia. Uomini e donne che hanno saputo trasformare il dolore della violenza mafiosa in impegno civile contro le mafie.
La scelta di tornare a ricordare le vittime innocenti delle mafie a Roma è legata al ruolo centrale che la Capitale continua a svolgere nel panorama della criminalità organizzata del nostro Paese. La Capitale d’Italia infatti rappresenta un laboratorio criminale con profili di unicità nel panorama nazionale perché vede la coesistenza delle mafie tradizionali, autoctone, straniere e una criminalità romana, dedita soprattutto alla gestione delle numerose piazze di spaccio, che utilizza il metodo mafioso pur non rientrando nel paradigma dell’associazione mafiosa. Roma è infatti una piazza privilegiata di investimento economico e la pax mafiosa siglata, custodita e rinnovata negli anni è la garanzia per molti portatori di interessi criminali, non necessariamente solo mafiosi. Nello scenario romano infatti la criminalità organizzata interagisce con le reti di corruzione, criminali che sono attivi in campo economico e finanziario, esponenti della borghesia criminale e segmenti del settore delle professioni. La criminalità di stampo mafioso nel Lazio affianca alle tradizionali attività criminose (usura, estorsioni, narcotraffico) anche metodologie e tecniche tipiche di quella economico-finanziaria, che le consentono di mimetizzare nell’economia legale i propri interessi illeciti ed attuare le più complesse forme di riciclaggio.
A Roma perché al dinamismo delle organizzazioni criminali si contrappone la ricchezza delle esperienze di impegno civile nel contrasto al potere dei clan: cittadini, cittadine, comitati di quartiere, soggetti del terzo settore, parrocchie che si impegnano ogni giorno a costruire un’alternativa alla criminalità organizzata cercando di dare risposte concrete ai bisogni di chi vive ai margini, soprattutto i più giovani. Sono molte le iniziative di riqualificazione e animazione degli spazi comuni e di riutilizzo dei beni confiscati alle mafie, così come tanti sono i luoghi di memoria a Roma La manifestazione coniuga memoria e impegno contro le mafie. Sono termini che indicano continuità, responsabilità, coerenza dei propri doveri nell’agire quotidiano, nei comportamenti personali, nella percezione del bene comune, nell’etica pubblica che riusciamo ad esprimere.
L’azione preziosa della Magistratura e delle Forze di Polizia è inseparabile dal risveglio delle coscienze e dalla resistenza civile. Questo è l’orizzonte, culturale, educativo, sociale di un nuovo e rinnovato impegno contro le mafie.
In questa fase storica assistiamo a un processo di inabissamento delle mafie, che rispetto al secolo scorso hanno scelto una strategia silenziosa, perché ritenuta più proficua. Tale strategia ha portato anche ad una minore esposizione mediatica del tema e dunque ad un calo di attenzione: salvo eventi eclatanti, le mafie e la corruzione sono ritenute meno interessanti per l’opinione pubblica e per la politica. Inabissamento, silenzio, area grigia, sono fattori che inducono a percepire i fenomeni criminali come ineludibili, come parte del contesto. Il rischio è l’abbassamento del livello dell’etica pubblica, lo sgretolamento dell’argine che ci consente di difendere il bene comune contro ogni sopruso. Istituzioni, forze economiche e sociali, comunità territoriali, singole persone: tutti sono chiamati all’impegno per contrastare le mafie. E’ questa una delle ragioni che ha portato Libera a scegliere Roma per la manifestazione nazionale. Chiedere alla politica e al Parlamento dopo tanti anni di rimettere al centro dell’agenda pubblica la lotta alle mafie e alla corruzione.
Memoria è impegno. Memoria è richiamo contro la indifferenza, per segnalare che la paura si sconfigge con la affermazione della legalità come strumento di giustizia sociale, riconoscimento dei diritti e lotta alle disuguaglianze Il 21 marzo è una giornata speciale, che da tanti anni Libera rende piena di memorie, di affetti, di ricordi, di storie e di desiderio di giustizia. In tanti gliene siamo profondamente grati.
E’ importante esserci.