di Andrea Belegni
Oggi 2 aprile ricorre la Giornata mondiale di consapevolezza dei disturbi dello spettro dell’autismo, un’importante iniziativa promossa dalle Nazioni Unite a partire dal 2007. Il suo obiettivo è contrastare gli stereotipi e i pregiudizi spesso associati al mondo dell’autismo, sensibilizzando su quali siano i diritti fondamentali delle persone autistiche a livello internazionale, in quanto persone e in quanto membri della grande, ed eterogena, comunità umana. Si stima che le persone all’interno dello spettro autistico rappresentino fino al 2% della popolazione mondiale, mentre in Italia sono più di 600.000 le famiglie coinvolte (fonte: Associazione nazionale genitori persone con autismo)
Nonostante i progressi nella comprensione dell’autismo (basti pensare ai numerosi studi non solo neurobiologici ma anche di tipo sociale come i critical autism studies, che si sono sviluppati in questi ultimi anni) persistono ancora numerosi pregiudizi e fraintendimenti che possono portare alla discriminazione delle persone autistiche.
Il concetto di “spettro autistico” sottolinea la diversità individuale all’interno della comunità autistica. Ogni persona all’interno dello spettro è un individuo unico, con proprie caratteristiche e livelli di supporto necessari, che possono variare notevolmente l’uno/a dall’altro/a. Alcuni potrebbero richiedere maggiore assistenza, mentre altri, con il giusto sostegno, possono essere più autonomi e puntare persino alla indipendenza.
È importante sottolineare che l’autismo non rappresenta una malattia da curare, ma piuttosto un diverso modo di funzionamento del cervello rispetto alla norma neurotipica, il quale può influenzare comportamenti, comunicazione e interazioni sociali.
E’ fondamentale parlare di “spettro” in quanto, ad esempio, vi è ancora diffusa l’errata convinzione che tutte le persone autistiche siano incapaci di comunicare o interagire con gli altri, o che manifestino comportamenti sempre ripetitivi o in alcuni casi aggressivi. Questi comportamenti sono frutto di una interpretazione diversa della realtà, degli stimoli emotivi e sensoriali.
La teoria della doppia empatia, proposta da E.M. Milton, suggerisce che le difficoltà nelle interazioni sociali tra persone autistiche e neurotipiche derivino da una mancanza reciproca di comprensione, anziché da difetti intrinseci della persona. È essenziale promuovere una maggiore consapevolezza e comprensione e rispetto delle differenze nell’interazione sociale.
Per contrastare gli stereotipi sull’autismo, è fondamentale fornire una corretta informazione su cosa sia lo spettro autistico e sensibilizzare la società sull’importanza di accettare e supportare la diversità individuale.
L’autodeterminazione rappresenta un diritto fondamentale per tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità o disabilità. È essenziale garantire l’accesso delle persone autistiche agli spazi pubblici e alle opportunità di partecipazione sociale, inclusa la scuola, il lavoro e la politica.
Ascoltare e rispettare le voci delle persone autistiche è il primo passo verso una società civile, che accoglie e convive insieme alle differenze umane.