Donne democratiche delle Marche
La destra italiana, attraverso un emendamento inserito di nascosto nel decreto PNRR, mostra la sua vera natura proponendo di concedere accesso ai consultori alle associazioni antiabortiste. È chiaramente un attacco ai principi fondamentali della Legge 194, che mira a mettere in discussione il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza.
Dopo il voto contrario, di qualche giorno fa, degli eurodeputati della destra italiana alla proposta di inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE, la destra dà ancora il peggio di sé attaccando nuovamente i diritti delle donne.
Noi, donne democratiche delle Marche, esprimiamo la nostra ferma opposizione a tale emendamento che tenta di limitare un diritto conquistato grazie alla determinazione delle donne italiane. Nella regione Marche, durante gli anni della giunta Acquaroli, abbiamo assistito al progressivo depotenziamento dei consultori pubblici e a continui attacchi alla Legge 194.
Rammentiamo che le linee guida nazionali per la somministrazione della RU486 non sono state recepite; i servizi offerti dai consultori sono al minimo storico, il personale andato in pensione non è stato sostituito e mancano macchinari e attrezzature. Inoltre, dal 2021, la proposta di legge di riforma dei consultori presentata dal Partito Democratico non è stata ancora discussa. La nostra regione è al centro dell’attenzione nazionale per il numero più alto di medici obiettori d’Italia, ma il governatore Acquaroli, il consigliere Ciccioli e la senatrice Leonardi hanno ritenuto opportuno partecipare istituzionalmente all’evento antiabortista del 5 aprile organizzato dall’associazione ProVita&famiglia.
Questo è solo un anticipo dell’azione su vasta scala prevista dal governo Meloni. Consapevoli che nessun diritto è garantito per sempre, siamo pronte a mobilitarci per difendere il diritto all’aborto e riaffermare i principi di autodeterminazione delle donne.