Ddl Sicurezza: un regalo alla criminalità, un colpo mortale per lavoro e imprese

di Stefano Vaccari

Riprendono i lavori alla Camera, dopo la pausa estiva, dove si discute e si vota il ddl sicurezza. L’ennesimo tentativo di dare manforte all’idea di uno stato che reprime e basta, contro ogni principio liberale e garantista. Ma anche contro un pezzo importante della nostra economia.

Infatti anche se cercano di farlo emergere il meno possibile il bando della cannabis light non è e non sarà un modo per non lasciare che i ragazzi si fumino qualche spinello. Tutt’altro, quello verrà semplicemente demandato alla criminalità organizzata e al mercato nero.

Quelli che verranno colpiti saranno piccoli e medi imprenditori che vedranno andare in fumo (in senso figurato) investimenti e sacrifici di una vita.

La cannabis light, ossia la canapa industriale italiana è un pezzo di economia del nostro Paese. E mentre Salvini ordina, Lollobrigida obbedisce infischiandosene di una delle filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale, sbattendo la porta in faccia alle organizzazioni agricole e alle imprese di settore che in questi anni, con successo, hanno investito ingenti risorse per arrivare ad un fatturato annuo di 500 milioni per oltre 10mila posti di lavoro.

Il furore ideologico della destra porterà oggi alla Camera con il ddl Sicurezza, al divieto di coltivazione, lavorazione e vendita delle infiorescenze della canapa industriale e dei suoi derivati che ha consentito la nascita di tante piccole imprese a conduzione giovanile, e che ha permesso di utilizzare proficuamente il prodotto, principalmente, in cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile.

Ora il governo e la destra intendono azzerare tutto e la cosa più grave è che gli unici a non lamentarsi saranno mafie e criminalità organizzata pronte ad accaparrarsi lo spazio fino ad oggi gestito in piena trasparenza e legalità. Un vero e proprio capolavoro che si intesta la presidente Meloni, i suoi ministri e la destra italiana.

Nel ddl sicurezza vi sono 13, tredici, nuove fattispecie di reato e aggravanti, dalla cannabis alle occupazioni abitative passando per gli allarmi sui migranti, il decoro urbano, la stretta contro chi si mobilità per fermare le grandi opere, fino al reato di rivolta in carcere ma questo danno a imprenditori e imprenditrici sane di questo Paese come si recupererà? Quanto male farà ancora la loro furia ideologica?