di Stefano Vaccari, pubblicato il 31 ottobre su Huffington Post
Nonostante i segnali di allarme sui cambiamenti climatici, gli Stati hanno tirato la leva del freno, sostenuti in ogni dove dalla destra negazionista e dalle multinazionali del petrolio. Non sono stati ascoltati i giovani che hanno gridato ai potenti del mondo di cambiare strategia
Troppi morti, feriti, dispersi. C’è chi in poche ore ha perso tutto. Una catastrofe si è abbattuta su Valencia. Con sempre più frequenza assistiamo a questi eventi di grande intensità e quantità. Anche nel nostro Paese. Non possiamo e non dobbiamo abituarci. Occorre intervenire subito a livello globale e a livello locale per attivare misure di resilienza, mitigazione, contrasto dei mutamenti climatici. Già doveva essere fatto. Se ne parla da molti anni. Sono stati sottoscritti anche importanti accordi come quelli di Kyoto (1997) e di Parigi (2015). Nonostante i segnali di allarme gli Stati hanno tirato la leva del freno, sostenuti in ogni dove dalla destra negazionista e dalle multinazionali del petrolio. Non sono stati ascoltati i giovani che hanno gridato ai potenti del mondo di cambiare strategia. Lo hanno fatto rivendicando il sacrosanto diritto di riappropriarsi del loro futuro.
Ora si piangono i morti e si versano lacrime di coccodrillo dopo le disgrazie. E si spendono barcate di soldi per le emergenze e le ricostruzioni (lente peraltro). In Emilia Romagna ma anche in Toscana e nelle Marche ne sanno qualcosa, dove le risorse promesse da un governo arruffone arrivano seguendo un tragitto propagandistico ed elettorale. Nel frattempo c’è chi deve rientrare ancora nella propria casa, chi non è riuscito a riaprire l’impresa e chi ha chiuso definitivamente l’azienda agricola perché i danni diretti si sono sommati a quelli indiretti e i ristori non sono arrivati se non in misura insufficiente. Ristori che il governo cerca facendo cassa sul gioco d’azzardo ed aumentando le lotterie. Così al dramma degli alluvionati si aggiunge il dramma di quanti, indebitandosi, finiscono per cadere nella ludopatia e nella rete della criminalità organizzata.
Il colpo d’ala serve ora. Le piogge intense e le alluvioni, che tutto distruggono, si alterneranno ancora a lunghi periodi di siccità e alla scarsità di acqua. Ne sanno qualcosa nelle Regioni del Sud con allevamenti in ginocchio e la riduzione drastica delle produzioni. Ne sanno qualcosa i consumatori che vedono lievitare i prezzi delle materie prime e sono costretti ad acquistare prodotti, a costo inferiore, provenienti dall’estero che per qualità e salubrità lasciano a desiderare.
Intanto dilagano virus e fitopatie che trovano terreno fertile in un quadro di confusione e incertezza dove ricerca ed innovazione sono parole che non entrano nell’agenda di governo.
Lo dimostra la legge di bilancio 2025. Tanta fuffa e poca concretezza. A cominciare dai mutamenti climatici e dall’inadeguatezza dei fondi necessari per quei comparti, come l’agricoltura, che di contro dovrebbero essere protagonisti della transizione ecologica.
In Europa peraltro è in atto un violento scontro sul green new deal. La destra vorrebbe azzerarlo anziché rafforzarne la portata trovando quegli strumenti per accompagnare una giusta flessibilità ed evitare che fallisca.
Manca il coraggio e la determinazione giusta. Si dice sempre che ci sono le buone idee ma mancano i soldi. Sulle buone idee c’è tanto da discutere visto che si impegnano decine di miliardi di euro per fare un’opera inutile come il Ponte sullo Stretto, poi in Sicilia e in Calabria non si mette mano alla viabilità ferroviaria e stradale che rappresentano due vere urgenze. Sui soldi invece si dicono grossolane bugie. A livello globale i governi spendono ogni anno almeno 2,6 migliaia di miliardi di dollari in sussidi che alimentano il riscaldamento globale e distruggono la natura. In Italia i sussidi ambientalmente dannosi ammontano a circa 20 miliardi ai quali si sommano decine e decine di miliardi spesi in attività, opere e progetti connessi direttamente e indirettamente alle fonti fossili o su politiche climalteranti.
Basterebbe togliersi la maschera delle falsità e dell’ipocrisia e cominciare a operare nell’interesse più generale delle nostre comunità. Il resto sono chiacchiere per conservare tutto com’è facendo leva sulla paura anziché sulla speranza per il futuro.